NetflixXx(X)
Avete mai provato a respirare con tre costole spezzate? Non è bello.
Misurare l’aria che provate a buttare dentro e fuori, millimetro dopo millimetro, per evitare di fare un movimento così brusco che possa portarvi ad affogare nel vostro stesso sangue è una di quelle cose che può far riconsiderare quante volte il vostro corpo lo abbia fatto nell’arco degli anni senza che voi ve ne siate mai accorti.
Millimetro. Dopo millimetro.
Il fatto che le ossa rotte siano solo da un lato non è casuale. Un polmone può collassare mentre l’altro tenta di reggere il passo.
Sono organi ben fatti i polmoni!
A me serve a far durare di più l’interrogatorio.
Mi pagano per questo, dopotutto.
“Allora mr. Pelotti ha per caso riconsiderato la sua posizione?” nel dirlo giro volutamente attorno alla massa di stracci e capelli insanguinati ammanettati alla sedia, appartenevano a un uomo fino alla notte scorsa.
“Io…vi ho già detto che non *ANF* ho le informazioni che state *ANF* cercando…È inutile che mi facciate questo!”
Il tono della sua voce è incerto, ci sono troppe pause.
Certo può essere lo shock.
Certo può essere il dolore.
Può essere.
Non ne sono sicuro.
“Vede mr. Pelotti il fatto è che io sono un professionista nel mio mestiere -lo dico indossando i guanti di lattice facendoli schioccare sui polsi, una cosa che i professori a Medicina detestavano- e lei ha avuto la sfortuna di fare innervosire dei personaggi potenti. MOLTO potenti. ABBASTANZA per potersi permettere i miei servigi” -srotolo davanti ai suoi occhi l’astuccio in pelle con dentro i miei attrezzi, di solito è una mossa che serve a far capire chi hanno di fronte- e deve sapere che i miei servigi non sono esattamente a buon mercato…se loro sono convinti che sia lei ad avere le informazioni che stanno cercando io gliele tirerò fuori. Velocemente o lentamente questa è l’unica cosa che le è dato di scegliere, non sono certo pagato a ore dopotutto…”
Quaranta minuti dopo mi sto risciacquando nel lavello della cucina. Strappare un tendine con le dita non è una procedura che mi piaccia particolarmente. Non si può fare con indosso i guanti e ti si infila sempre un sacco di roba sotto le unghie.
Roba difficile da togliere.
Nonostante le apparenze il bastardo è tosto, glielo concedo.
È alla quarta iniezione di adrenalina, umanamente l’ultima che può reggere senza un infarto o senza perdere i sensi per sempre.
La parte destra del suo corpo è una poltiglia informe, la bassa manovalanza non lavora mai di fino come me, non sa cosa tenere e cosa asportare, sanno solo pestare sempre più forte sulla carne.
Fottute bestie ignoranti!
Ci vuole classe, CLASSE! Anche nella tortura.
Torno da lui.
“Mr. Pelotti deve sapere che io mi considero un artista. C’è chi dipinge, chi scrive e chi recita.
Io sono bravo a procurare il massimo del dolore per un tempo lunghissimo mantenendola cosciente quel tanto che basta per sentire tutto. Posso farle apparire il tempo che le resta un’agonia infinita se non mi da quello che voglio.”
Prelevo una siringa di PPAPTOTAL (una mistura di mia creazione ben più forte del Tiopentone, una scoreggina a confronto) dal mio soprabito.
“Qui dentro c’è tutto il necessario per farla parlare mr. Pelotti. Che lei lo voglia o no mi dirà quello che mi serve.”
“Mgnreeesrchèèè?”
“Perchè non l’ho usato subito mi chiede? Gliel’ho già spiegato, mi pare, non sono pagato a ore.”
-STACCO-
La stanza è tranquilla, escludendo l’uomo in pigiama che si agita convulsamente sulla poltrona di velluto rosso osservando lo schermo con sopra delle scritte fisse.
Il telefono squilla.
“Sì? Bene. Sì. Sì. Sì! Ho capito. Provvedo subito a inserire le informazioni che ha recuperato. Sì è ovvio che ne usufruirà anche lei capitano Braatvag, era negli accordi e se non sbaglio non le abbiamo mai dato motivo di dubitare della nostra parola. Prima che vada…ha sofferto? Sì? Per quanto? Bene.”
L’uomo si rimette comodo nella poltrona, prende la tastiera dalla scrivania e digita dei comandi. Finalmente l’immagine sullo schermo cambia.
Ci è riuscito!
Gli sfugge un flebile gridolino di vittoria e poi una frase che suona strana visto che prorompe con un tono isolitamente alto:
“Glielo avevo detto che sarebbe finita cosi. GLIELO AVEVO DETTO NO? Non poteva tenersi tutto questo solo per sè stesso. NON POTEVA! Tutto questo. TUTTO! Questo.”
La libreria di NetflixXx(X) gli si schiuse davanti agli occhi.
Aveva finalmente ottenuto LA password.
Certo, Braatvag era costato molto ma valeva ogni centesimo.
NetflixXx(X) aveva tutto. NetflixXx(X) ERA il tutto!
Passato, presente e futuro dell’umanità erano davanti ai suoi occhi.
Ironico, dunque, che quando le guardie entrarono qualche ora dopo trovarono il suo cadavere con le orbite squagliate dall’interno del cranio.
Forse Pelotti sapeva quel che stava facendo, dopotutto.
Presto se ne sarebbero accorti tutti.