Joshua Abraham Norton
Prima o poi arriverò a parlarvi anche qui di Paddy Roy Bates, un uomo stufo delle regole della società e delle imposizioni sociali che ha trovato come soluzione quella di crearsi un suo stato personale su di un forte marino in disuso, Sealand, che sebbene sia riconosciuto tutt’oggi a livello internazionale come una mera barzelletta ha una storia molto più buffa e piena di avvenimenti divertenti di quella di parecchi stati sovrani.
Oggi però siamo a un paio di livelli più in alto, il protagonista di questa storia si è autodichiarato capo di un impero che forse avrete già sentito nominare: gli Stati Uniti d’America…
Joshua nasce a Londra il 17 gennaio 1819, la famiglia Norton, benestante, si trasferisce poco dopo nel ridente Sudafrica dove il nostro eroe rimarrà coccolato nella bambagia parentale prima di venire colto intorno ai trent’anni da un irrefrenabile voglia di affermazione personale, cui fa seguito la sottrazione del corrispettivo odierno di 40.000 dollari dai risparmi del padre e la partenza verso la terra delle grandi opportunità.
Salpato in California si mette subito al lavoro e nei successivi quattro anni si dedica con tutto sè stesso a far fruttare, con discreti risultati, il suo denaro negli investimenti più disparati.
1853, dalla parte opposta del mondo la Cina sta attraversando una gravissima carestia che porta come reazione immediata il blocco totale dell’esportazione di uno dei suoi prodotti più caratteristici, il riso, che per una delle più basilari leggi del mercato vede decuplicare il suo prezzo in tutto il globo in poco tempo.
-Torniamo a San Francisco-
Abraham passeggia per la banchina del porto in cerca di una buona idea per aumentare il suo capitale, quando uno dei suoi informatori gli passa la dritta di un bastimento appena partito dal Perù stracolmo dei prodotti delle coltivazioni di Oryza Sativa -comunemente detto riso-.
Il nostro investitore preferito decide di prendere la palla al balzo, raduna tutti i suoi averi e si fa riservare l’intera stiva, certo di rivenderla a dieci volte tanto in poco tempo.
-se avete letto altre Personalità Buffe a questo punto avrete già intuito come va a finire-
Non appena Norton stacca la penna dal foglio giungono notizie che la nave di cui è testè divenuto esclusivo proprietario è solo una delle innumerevoli salpate con lo stesso identico carico, cosa che fa ritornare immediatamente il prezzo del riso sul mercato ad una valutazione anche più bassa di quella di partenza.
Le leggi del capitalismo sono ferree e spietate -come ben dovrebbero sapere tutti gli investitori che perdono i loro soldi rischiando tutto, invece di correre a piangere dalle autorità quando va male- e Joshua si ritrova sostanzialmente con molti meno denari nelle sue finanze. Rimane deciso a non darla vinta al sistema e si impegola in una causa di quattro anni per tentare di far dichiarare nullo l’infelice contratto adducendo ad una qualità scadente del carico.
La corte però gli dà torto e l’ultima botta al suo portafoglio viene dagli avvocati e dalle spese legali, che lo lasciano rovinato e praticamente senza un soldo.
Qui avviene una reazione abbastanza comune in casi come questi: Norton impazzisce e si allontana da San Francisco (auto)dichiarandosi in esilio.
Ritorna in città solamente due anni dopo, in evidente stato confusionale e facendo ormai strettamente parte della moltitudine di disadattati che affollano le strade della città in quegli anni -anche ora a dirla tutta, ma non divaghiamo- covando un enorme rancore verso il sistema statale e giudiziario del paese ritenendolo profondamente ingiusto e corrotto.
Non essendoci ancora internet dove poter sfogare le sue frustrazioni fondando magari un movimento pieno di stelle, decide di dotarsi di una più modesta carta e penna ed invia a destra e a manca una lettera, datata 17 settembre 1859 (che riporto fedelmente) in cui in poche parole SI DICHIARA IMPERATORE MAXIMO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA:
«A perentoria richiesta e desiderio di una larga (?) maggioranza di questi Stati Uniti, io, Joshua Norton, un tempo cittadino di Algoa Bay, Capo di Buona Speranza, e oggi e per gli ultimi scorsi 9 anni e 10 mesi cittadino di San Francisco, California, dichiaro e proclamo me stesso Imperatore di questi Stati Uniti (??); e in virtù dell’autorità in tal modo acquisita (???), con la presente ordino ai rappresentati dei diversi Stati dell’unione di riunirsi in assemblea presso il Music Hall di questa città, in data primo Febbraio prossimo venturo, e lì procedere alla modifica delle leggi esistenti dell’Unione al fine di correggere i mali sotto i quali questa nazione si trova ad operare, e in tal modo ripristinare la fiducia, sia in patria che all’estero, nell’esistenza della nostra stabilità e integrità.
Norton I, imperatore degli Stati Uniti»
Il proclama viene preso in considerazione più o meno da tutti (in particolar modo dalle autorità) come la carta da culo già usata -com’è anche giusto che sia- ma il San Francisco Bullettin decide di pubblicarla per dare quella fine vena satirica che di solito fa aumentare la tiratura delle copie di un giornale.
Incredibilmente il giorno dopo la messa in stampa Norton viene ripetutamente fermato per tutta la città da gente che in un misto di goliardia, velata ironia o pura pazzia prende a chiamarlo davvero ‘imperatore’, gli chiede consiglio o gli dona il suo aiuto per costruire un grande stato.
Cosa succede solitamente quando si asseconda un pazzo? Che il livello di follia si innalza…
Abraham si libera degli stracci da barbone che ha addosso sostituendoli con un uniforme blu ed inizia a girare per la citta effettuando controlli sui cantieri in lavorazione -sostanzialmente come un pensionato di oggi- raccogliendo richieste dai suoi sudditi e spargendo proclami.
Il top viene raggiunto quando comincia a stampare note di credito (dai 50 centesimi ai 10 dollari) che iniziano a venire accettati dai negozianti.
Ad un certo punto si è talmente calato nella parte che si (auto)dichiara PROTETTORE DEL MESSICO tra gli scroscianti applausi dei suoi seguaci.
Follia o meno Joshua passerà il resto della sua vita (che terminerà nel 1880 in uno sfarzoso funerale -pagato dal comune della città- a cui presenziarono 30.000 persone su una popolazione totale di 230.000) senza mai più pagare nulla a San Francisco, dai mezzi pubblici, agli alberghi, ai ristoranti.
Tra i suoi più fidati amici si ricordano scrittori del calibro di Mark Twain -il personaggio del Re di Huckleberry Finn è costruito a sua immagine e somiglianza-, Robert Luis Stevenson ed Herbert Asbury.
Giusto per capire quanto fosse elevata la sua fama in quel periodo basti considerare che nel 1867 viene tratto in arresto da tale Armand Barbier, un poliziotto nuovo in città, che lo conduce al più vicino manicomio dove lo rinchiudono per il corrispettivo di un odierno TSO.
Nei giorni successivi il capo della polizia viene letteralmente sommerso da lettere e telegrammi di cittadini sdegnati ad un livello talmente elevato che non si trova altra soluzione se non quella di rilasciare l’imperatore con tanto di scuse ufficiali delle forze dell’ordine.
Dal canto suo Norton si dimostra un imperatore magnanimo concedendo la grazia alle azioni di Barbier poiché “non sapeva con chi aveva a che fare”.
Da quel giorno tutti i poliziotti che incrociano il nostro eroe lo salutano mettendosi sull’attenti.
Un altro aneddoto abbastanza famoso è quello in cui durante il 1870 ebbe luogo per le strade della città una manifestazione anti-cinese che rischiò quasi di sfociare in linciaggi per le strade. La polizia può fare poco e niente per arginare la situazione ed è solo con l’intermediazione dell’imperatore che si riesce a risolvere la questione, riportando la calma col solo ausilio del suo carisma.
San Francisco a tutt’oggi lo ricorda come un personaggio importante della sua storia e insieme alla sua figura ricorda molto bene i suoi proclami più significativi:
1859: ordina di sciogliere il Congresso poiché:
“Ci è evidente che si abusa del suffragio universale; che la frode e la corruzione impediscono l’espressione giusta e corretta della pubblica opinione; che si verifica costantemente un’aperta violazione delle leggi a causa di folle, partiti, fazioni e dell’indebita influenza politica delle sette […]».
Non ricevendo alcuna risposta dalle camere (non poteva essere altrimenti) l’imperatore ordina all’esercito di intervenire.
L’esercito abbozza.
1860: dichiara sciolta definitivamente la Repubblica e istituisce permanentemente la sua monarchia.
1862: licenzia Abraham Lincoln e nel 1868 ordina l’arresto del suo successore, Andrew Johnson, condannandolo a pulirgli gli stivali.