Jean-Baptiste de Lully

Per quanto mi piaccia far finta di essere una persona colta io non conosco e non capisco una moltitudine di cose.
So di non sapere.
È una caratteristica che qualche millennio fa avrebbe attirato le sordide attenzioni di Socrate e che al momento mi permette di rimanere curioso e interessato alla vita in un periodo storico che concede a (quasi) tutti di avere a distanza di un paio di click l’intero scibile umano.
O i generi pornografici più strambi mai girati.
O moltitudini di petabyte di video buffi di gattini.

Uno degli ambiti in cui non ci azzecco assolutamente nulla è la musica classica.
Intendiamoci: conosco vagamente alcuni compositori e alcuni brani fra i più famosi in termini generali, ma non appena esco dalla mera accademia (e dalla strada tracciata principalmente da alcune colonne sonore) mi perdo in una selva oscura fatta di punti interrogativi e figure di palta.
Nulla di grave, giusto? In fondo nessuno può essere un esperto di tutto lo scibile umano e oggigiorno -MOLTO TRISTEMENTE, SONO IL PRIMO AD AMMETTERLO!- è più facile che venga utile sapere chi è Young Signorino piuttosto che Claudio Monteverdi.
Giusto no?
No.
No perchè può succedere -ed è il mio caso- di conoscere la ragazza con cui deciderai nove anni dopo di andare a convivere che di lavoro fa la soprano.
E tu invece sei solo uno ubriaco di tequila scadente al bancone di un bar.
Hai voglia poi a recuperare i punti simpatia persi.

In ogni caso tranquilli, questa non sarà la storia di come la mia esplosiva bellezza (unita a una ragguardevole dose di modestia) sia riuscita a portare comunque a casa il risultato biascicando frasi sconnesse sulla grandezza della mia collezione di manga. Questa è la storia dell’ascesa e del declino di uno dei maggiori compositori del 1600 e di come esistano alcuni punti di contatto sul finale con uno dei più grandi musicisti della seconda metà del ‘900.


Giovanni Battista Lulli nasce a Firenze il 28 novembre 1632 come l’ultimo dei tre figli di Lorenzo Lulli, di professione proprietario di un noccioleto sito nel Mugello, a nord della città.
Quanto si guadagna con le nocciole in quegli anni? Poco evidentemente, dato che quando la famiglia viene avvicinata nel febbraio del ’46 da Ruggero di Lorena che gli chiede: “Votre fils, serait-il à vendre?” (“Non è che posso comprare vostro figlio?”) la risposta è quasi immediatamente: “Bien sûr! Voulez-vous aussi des noisettes par hasard?” (“Certamente! Vuole anche delle nocciole per caso?”).

Pur essendo Ruggero strettamente interconnesso con la cattolicissima casata di Guisa (una famiglia nobile che crede così tanto nel Vaticano da essere a capo della ‘Sainte Union’, creata con l’obiettivo di annientare i protestanti di Francia) non ha acquistato il nostro protagonista quattordicenne per QUELLO CHE STATE PENSANDO, bensì come il corrispettivo odierno di un souvenir dell’ultimo minuto da portare a Anne Marie Louise d’Orléans, una delle più grandi ereditiere DELLA STORIA che tanto desidera un giovinotto italiano per poter far pratica con la lingua italiana -fraintendete pure-.

If you know what i mean…

Oggi i francesi ripartono dalla Florenza carichi di salami e minidavid di Michelangelo in plastica, al tempo della nostra storia con quattordicenni e nocciole.

La vita di Giovanni si fa nebulosa per circa sei anni, fino a che non ricompare segnalato in un inventario come servo della duchessa d’Orléans con la qualifica di garçon de chambre -evidentemente ad Anne Marie piace parecchio la lingua italiana- e il cognome francesizzato in ‘Lully’.
La posizione (e le libertà conseguenti) concessegli dalla ‘Grande Mademoiselle’ gli permettono di affinare le sue (appena abbozzate) conoscenze musicali e poter appurare che in quello è molto dotato.
Pare sia MOLTO dotato in generale.

-fraintendete pure anche qui-

Il ‘modestissimo’ palazzo delle Tuileries, sorgeva ai tempi della nostra storia sulla riva destra della Senna e la duchessa era solita accogliere all’interno del suo sfarzo i più grandi artisti di Francia. Dato che era anche solita accogliere all’interno del SUO personalissimo sfarzo -FRAINTENDETE PER FAVORE!- anche il garçon de chambre era solo questione di tempo prima che riuscisse a mettere in contatto chi le provocava piacere -FRA!IN!TEN!DETE!-.

Modestia.

Giovanni riceve gratuitamente lezioni private da personalità del calibro di François Roberday, Nicolas Métru, Michel Lambert e Nicolas Gigault. Gente che nella Francia di quegli anni era in uso fare il tutto esaurito nelle nei teatri d’Europa e venire invitata a esibirsi nelle corti dei re.
Praticamente un misto fra Beatles e Rolling Stones con più organi, liuti e cembali.
A parrucche, cipria, sesso e droga invece siamo lì.

Il nostro protagonista negli anni successivi assorbe -oltre a una notevole quantità di nobilissimi fluidi corporali- una moltitudine di conoscenze riguardo a musica e danza.
Nel 1652 può mettere in scena a Tuileries il suo primo spettacolo, creato per celebrare alcuni dei comandanti della Fronda, una rivolta della nobiltà parigina che non vede di buon occhio il governo reggente di Anna d’Austria che in nome del figlio Luigi XIV ha alzato tasse e rimosso privilegi.
Quando pochi mesi dopo la ‘Sottomissione di Bordeaux’ sancisce la fine degli scontri (in principal modo perchè i rivoltosi decidono di allearsi con la Spagna, attirandosi così lo sdegno del popolo) Anne Marie si ritrova esiliata a calci nel suo nobile deretano all’interno del castello di Saint-Fargeau, in Borgogna.

Arresti domiciliari di classe.

Dopo sette anni a servizio della duchessa, Lully intravede una insperata via d’uscita da un trasloco forzato lontano dalle VERE stanze del potere e chiede udienza direttamente al re (ai tempi quindicenne) che inaspettatamente opta per inserirlo a palazzo.

Giovane italiano accolto in seno alla famiglia reale di Francia, brillante nella conversazione, eccellente ballerino, buon musicista. Ci vuole poco perchè il nostro protagonista metta in pratica tutto quello che ha imparato dalla duchessa (comprese ovviamente le arti amatorie) venendo ammesso nella ‘Grande Bande de violons du roy’ e collaborando alla stesura del ‘Ballet real du jour et de la nuit’, un’opera pensata per festeggiare la ripresa del potere reale e da cui Luigi XIV rimane talmente colpito da prendere parte alle danze dichiarando (con umiltà): “SONO LA PERSONIFICAZIONE DEL SOLE!”

Ironico considerando che solo pochi mesi prima Lully era stato applaudito per aver creato un’opera che glorificava i nemici della monarchia.

Il 16 marzo 1653 il re in persona lo nomina ‘compositeur de la musique instrumentale’ e inizia a intessere con lui uno strettissimo rapporto (travalicando, dice più di una fonte, la mera amicizia).

IF YOU KNOW WHAT I MEAN!

Nel 1660 il cardinale Mazzarino invita a corte l’affermatissimo compositore italiano Francesco Cavalli, affidandogli il compito di scrivere alcune opere per festeggiare il matrimonio fra il re e Maria Teresa, una sua cugina INFANTE -non fate quelle facce, i Lannister ci hanno abituato a ben peggio-.
Quando l’anno successivo il cardinale si avvia alle porte del paradiso a causa del peggioramento di un’infezione ai reni e Cavalli riparte di corsa per lo stivale, Luigi si affida nuovamente al nostro protagonista per concludere le opere lasciate a metà.

Giovanni accetta, traendone ogni profitto possibile.

L’anno successivo viene nominato ‘surintendant de la musique de la chambre du roi’, la massima carica ricopribile da un musicista di palazzo, viene naturalizzato francese con il nome di Jean-Baptiste de Lully e gli viene data in sposa Madeleine, la giovane figlia di Michèl Lambert, praticamente la primogenita del Mick Jagger del tempo.
Il fatto di essersi ammogliato ed aver messo su famiglia (avrà con gli anni ben sei figli) non distoglie il nostro eroe dalle sue passioni: la musica e i giovinotti (non necessariamente in quest’ordine).

Lully ama intrattenersi con i suoi giovani attori così come con dame, gentiluomini e re Luigi in persona.

Nella Francia del 1685 la bisessualità va di moda tanto quanto la cipria ma un -tristissimo- giorno giunge da Roma la condanna della Chiesa nei confronti de “i comportamenti contro natura simili a quelli di Sodoma e Gomorra, coadiuvati senza dubbio dalla licenziosità del teatro d’opera” e quindi il re Sole per non perdere il sostegno dei cattolici deve necessariamente dare una stretta alle personalità più in vista che non si vergognano a tenere comportamenti omosessuali, come Jean-Baptiste e il suo paggio Brunet, molto più che un mero paggio.
Più che altro una fodera per il suo pene.

QUESTA È SOLO UNA VERSIONE DELLA STORIA!
L’altra vuole che il Re si sia preso una sonora sbandata per Madame de Maintenon, nuova arrivata a palazzo e subito sua favorita, scatenando le ire di Lully (con cui aveva da anni una relazione) che per ripicca si è poi buttato sul buon paggetto, ricavandone in cambio un progressivo allontanamento e la perdita di favori più per gelosia che per un reale assecondamento dei proclami da Roma.


Sia come sia nel 1687 quello che era partito come il figlio di un povero nocciolaio fiorentino è diventato (grazie ANCHE ai favoritismi dovuti ad anni di mungitura del pene reale) il principale compositore d’opere di Francia (collabora per una decina d’anni con Molière inventando di sana pianta la comédie-ballet), colui che detiene il monopolio delle composizioni per le Accademie di musica e uno degli uomini più ricchi e influenti dell’intera nazione grazie ai ricavati delle vendite dei libretti delle sue opere uniti al fatto che i biglietti per i poveri dei suoi spettacoli costano pochissimo (trenta Sol, circa otto euro) in contrapposizione di quelli da seduti per i nobili che raggiungevano la cifra stratosferica di un luigi d’oro (SOLO L’ORO DI CUI ERA COMPOSTA LA MONETA OGGI VALE 1125,50 €).

Jean-Baptiste è sempre più oberato di lavoro (anche perchè vuole con tutto il cuore tornare nelle grazie del re) e ha sempre meno tempo da dividere tra le feste a palazzo e le orge correlate.
L’otto gennaio sta dirigendo una delle prove finali del suo Te Deum (scritto dieci anni prima) quando accade che tra un colpo e l’altro del suo pesantissimo bastone da direttore d’orchestra -non fraintendete, stavolta intendo proprio un bastone e non è una metafora per il suo grosso pene- il suo piede decide di frapporsi al palco del teatro.


Sarà capitato anche a voi di darvi una martellata sul piede. Urla, bestemmie (nel caso del francesissimo Lully mi aspetto che siano state dette comunque in fiorentino stretto) e la prova riprende, che qui dobbiamo fatturare luigi d’oro e non c’è mica tempo da perdere.

Qualche giorno dopo i più grandi dottori di Francia sono al suo capezzale perchè il pestone non curato si è tramutato in ascesso, l’ascesso in gangrena e nella Francia di fine 1600 esiste un solo metodo per (tentare di) salvargli la vita: L’AMPUTAZIONE DELLA GAMBA.

Il nostro protagonista manda al diavolo i medici -come DUECENTONOVANTAQUATTRO anni dopo farà per diverse motivazioni anche Bob Marley- perchè il suo nome e il suo prestigio sono ancora retti dal suo passato di grande ballerino ed è impensabile per un uomo del suo calibro rimanere menomato a vita.

Come spesso accade quando non si dà retta a persone che hanno studiato medicina, la scelta non è delle migliori.

Jean-Baptiste de Lully muore il 22 marzo 1687 A CAUSA DI UN PESTONE SUL DITONE, la sua salma viene interrata nella chiesa di Notre-Dame-des-Victoires, mentre per un bizzarro uso del tempo le sue interiora vengono portate nella chiesa della sua parrocchia, a S.te Marie-Madeleine.

Lascia una moglie, sei figli (di cui alcuni già avviati all’attività di compositori dato che era riuscito a far diventare EREDITARIE alcune delle sue concessioni), diverse opere tra le più importanti di tutta la Francia, una marea di amanti (maschili e femminili) e un re molto triste.

Mica male per uno che avrebbe dovuto occuparsi di un noccioleto.

 

 

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

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