Gilles de Rais
-E’ l’ormai non più vicinissimo 2015 e sono mesi che tendo ad ammorbare le bacheche dei miei selezionatissimi contatti su Facebook con stralci di vita di alcuni personaggi storici di rilievo, seguite dalle mie solite cagate o da quelle che internet mi propone a cadenza più o meno regolare. A pensarci bene in questo lasso di tempo sono cambiate pochissime cose…
Utilizzo il social di Zuckerberg da anni ed ammetto di essermici iscritto per lo stesso motivo per cui quasi tutti ancora oggi ci trascorrono sopra gran parte delle loro giornate: per scopare.
Solo in seguito ho capito che poteva venirmi utile ANCHE per mantenere i contatti con amici di vecchia e nuova data, soprattutto con quelli che per un motivo o per l’altro sono finiti (o sono sempre stati) troppo lontani in questo brutto e pazzo mondo. E’ perlappunto grazie all’insistenza di uno di loro (conosciuto sui server di World of Warcraft, in un’epoca in cui ero un paladino Tauren claudicante) che mi sono convinto ad aprire una pagina che onestamente credevo sarebbe stata chiusa dopo pochissimo.
Tre anni, una novantina di storie e 684 like dopo (un numero ridicolo se rapportato ad altro che si può trovare sul web, ma per me altissimo considerato che è stato raggiunto solamente con il passaparola) sono qui a cercare di rimettere in sesto i miei primi lavori per renderli fruibili ancora oggi.
Con alcuni non è per nulla facile, farei prima a cancellare tutto e riscrivere da capo, ma il risultato finale non sarebbe davvero completo e coerente con sè stesso.
Per questo oggi vi tocca questa proto-Personalità, praticamente una pillola di ciò che sarebbe venuto in seguito.-
Ispiratore della successiva figura letteraria di Barbablù, alla morte del nonno paterno e in combinazione con un matrimonio di comodo, diventa uno degli uomini più ricchi di tutta la Francia del suo tempo e contemporaneamente uno dei primi esemplari di ‘bon vivant’ che diverrà tanto caro alla beat generation qualcosa come cinque secoli dopo -io pagherei molto volentieri per vedere Kerouac mentre si ubriaca al bancone con Rais-.
Spese TUTTI i suoi soldi nel giro di soli due anni -un seguito di DUECENTO persone un po’ pesa sulle finanze- e con gli ultimi pezzi d’oro decide di buttarsi nell’alchimia facendosi ingabolare da un fiorentino, tale Francesco Prelati, che gli promette le solite robe da alchimista: pietra filosofale, demoni, cazzi e mazzi.
Quando Gilles inizia a farsi sempre più pressante domandando risultati, il buon Prelati subodora che butta male e fa richieste impossibili per prendere tempo: tipo NEONATI per i sacrifici.
Rais a questo punto poteva decidere di mollare il colpo, ma opta invece per rincarare la dose arrivando ad uccidere, stuprare, seviziare, torturare, riuccidere, riesumare e ristuprare qualcosa come CENTOQUARANTA bambini…ovviamente non ricevendo in cambio dai famigerati demoni nemmeno uno sgheo.
La Chiesa, che in quel periodo andava fortissimo, decide di processarlo per una sfilza di reati terreni e divini condannandolo a morte…non si sa se il cadavere venne poi riesumato per essere stuprato, ma nella mia testa è successo.