Gary Coleman

-Come già dovreste avere capito se avete letto storie come quella di Diogene di Sinope o Edward Mordrake sto reinserendo qui sul blog le primissime versioni delle Personalità Buffe (che ricordo potete trovare anche SULLA PAGINA DI FACEBOOK ). Sono consapevole che negli anni sono cambiate molte cose nel mio modo di scrivere e nella lunghezza di ciò che scrivo, voi leggete comunque tutto quello che trovate tenendo conto che il ‘grande progetto’ (TM) prevede di procedere in ordine alfabetico, non in quello di pubblicazione originale-

In un’epoca in cui Peter Dinklage non aveva ancora fatto capire al mondo quanto potesse essere figo un nano come attore -film porno esclusi- Coleman è stato universalmente riconosciuto da Hollywood come massimo esponente della categoria, almeno per la durata dei 189 episodi di una delle fiction americane di maggior successo della storia.

Coleman è stato soggetto dalla nascita alla Lupus nephritis che gli blocca la crescita, lo accompagna per tutta la vita, lo guida ad una sfilza di trapianti (nessuno dei quali riuscito) ed in definitiva lo costringe ad un paio di dialisi al giorno, ogni giorno, per arrivare a vedere quello successivo.


La fiction ‘Il mio amico Arnold’ è stata trasmessa in America dal 1978 al 1986 (in Italia a partire dal 1980) ed è una serie in cui Gary, scritturato perché a dieci anni poteva interpretare, causa la sua malattia, il personaggio di un bambino di cinque, impersonava l’irriverente Arnold, che insieme al fratello Willis veniva adottato dal facoltoso signor Drummond.
Tralasciando le pulsioni sessuali nascoste di un novello vedovo (con quella faccia) che adotta due fratelli neri di Harlem per rimpiazzare la moglie, gli avvenimenti in ogni puntata si complicano perché si mette di mezzo la figlia naturale di Drummond, Kimberly, chiaramente iscritta al Ku Klux Klan poichè intenta per gran parte del tempo a vessare i due nei peggio modi possibili.
Oltre all’ostacolo Kimberly tutte le volte saltava fuori anche Willis (non esattamente una cima) a dire qualche frase da ghetto, venendo richiamato all’ordine dal fratello con la frase “Che stai dicendo Willis?” con cui Arnold è famoso a tutt’oggi.

L’America di quegli anni impazzisce per questa situation comedy in cui il messaggio immediato è ‘non bisogna essere razzisti’, ma che appena sotto la superficie lascia a intendere che ‘un negro resta un negro, a meno che non lo ripulisci a suon di dollari’.
A prescindere da questo, Arnold diventa strafamoso e insieme a lui Coleman, che arriva a guadagnare settantamila dollari ALLA SETTIMANA -non so voi ma io dubito di tirarli su in dieci anni- che quindi alla fine della serie si ritrova con un sacco (ma un sacco) di soldi…che vengono bruciati dai genitori nel giro di un anno.

Se riesci a spendere QUATTRO MILIONI DI DOLLARI guadagnati da TUO FIGLIO NANO sei il top fra i genitori peggiori di sempre, punto.

Gary a questo punto è malato e povero, le dialisi costano, la sanità americana non passa un cazzo e lui va sotto di settantamila dollari.
Ma mica per le cure, per colpa dei MODELLINI DI TRENI.
Gary è andato in fissa con i trenini, casa sua è invasa da binari in ogni dove e lui ha perfino un locomotore della sua grandezza su cui può salire andando in giro per le stanze.
Poi scopre la marijuana, ci rimane sotto di brutto e inizia a fumare come un disperato.

STOP, FERMA TUTTO!
Io ora ho questa immagine di Gary Coleman, nudo, che gira per casa in sella al suo trenino con attaccata la macchina della dialisi e un cannone enorme per mano.
In sottofondo tra il rumore della dialisi si sente del reggae suonato da un vinile che continua a saltare sulla puntina del giradischi e lui continua a ripetere ossessivamente: “Che cavolo stai dicendo, Willis? Che cavolo stai dicendo, Willis?”

Una roba così, ma più nuda e triste.

A questo punto Gary viene abbandonato dai genitori -citati (giustamente) in giudizio per i suoi soldi- e gli tocca trovarsi un lavoro o cominciare a pensare di farselo buttare in culo da anziani pervertiti amanti della sua vecchia fiction.
Opta per il lavoro e lo trova anche, viene assunto come GUARDIA GIURATA.


Ora, a parte che ci deve essere molta ironia per assumere come guardia un nano, a Coleman le cose vanno anche abbastanza bene, fino a che un giorno va tutto a scatafascio…

Durante un turno di sorveglianza viene notato da un’enorme cicciona che lo riconosce e va da lui per un autografo, Gary la accontenta ma lei pretende anche la dedica.
Coleman, scocciato per essere disturbato durante il suo turno di lavoro le dice che può bastare così, ma lei non demorde e lo mette letteralmente all’angolo. Lui la insulta e lei per tutta risposta LO SCHIACCIA CONTRO IL MURO, dove il nostro protagonista rischia di soffocare e per liberarsi LE TIRA UNA PAPAGNA IN UN OCCHIO!

Sembra una delle mie avventure di Dungeon & Dragon in cui ho a che fare con i cubi gelatinosi.

DRAMMA! Coleman è tacciato di essere un violento misogino e gli tocca frequentare un corso di gestione della rabbia. È alto un metro e quaranta ma deve stare nella stessa stanza insieme a redneck e avanzi di galera che menano le mogli per hobby ma più che altro la sua reputazione è rovinata per sempre.

Agli inizi del 2000 si ricicla come venditore di automobili, poi qualche sadico bastardo lo convince a candidarsi come governatore della California…contro Schwarzenegger.
Risultato:
Schwarzy – QUATTRO MILIONI E MEZZO DI VOTI
Gary Coleman – 14.000


Nel 2010 il nostro eroe muore in seguito a una caduta in casa -se fate battute sul fatto che non è caduto da una grande altezza perché era un nano siete un po’ stronzi- e a delle complicanze dovute alle sue ultime operazioni ai reni.

Spero che le sue ultime parole NON siano state “Che cavolo stai dicendo, Willis?”

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

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