Diogene di Sinope

Per la storia di oggi vale lo stesso disclaimer preannunciato con Dede Koswara: la prima stesura di questa storia è di parecchi anni fa, ero più giovane ed innocente, scrivevo peggio.
In ogni caso
tengo ad ognuna di queste storie e questo progetto non sarebbe completo senza di loro.

Non so se per voi è lo stesso ma a me il liceo ha lasciato degli strascichi di noia ininterrotta riguardo la filosofia. Succede quando le cose ti vengono spiegate male da una persona diversa che cambia ogni tre mesi per cinque anni ininterrotti.
Probabilmente se qualcuno mi avesse parlato di Diogene le cose sarebbero state parecchio diverse…

“Hey giovane! Ti interessa un po’ di filosofia?”


Il padre Iclesio, di mestiere cambiavalute, viene imprigionato perché beccato in flagrante a falsificare monete e per evitare guai Diogene si sposta, previdentemente, ad Atene.
Qui incontra Antistene, rimane affascinato dal suoi insegnamenti ascetici e diventa suo allievo nonostante sia sottoposto ad un addestramento filosofico pari solo a quello di Pai Mei di Kill Bill -non se ne hanno tracce ma sospetto che abbia appreso anche la tecnica dell’esplosione del cuore con cinque colpi delle dita-.

“E’ meglio capitare fra i corvi che fra gli adulatori. Gli uni divorano i cadaveri, gli altri i vivi.” Antistene


In breve tempo il maestro forgia l’asceta perfetto e fonda insieme a lui la scuola di pensiero cinico, una corrente di pensiero volta ad escludere bisogni e passioni superflue per concentrarsi totalmente sul rigore morale e sull’austerità dei costumi, vi dà l’idea di un bacchettone? Siete COMPLETAMENTE fuori strada…

Diogene agiva secondo una morale, vero, ma sulla SUA morale, non secondo quella della società.

Questo lo porta nel tempo a:

Vivere all’interno di una botte, perché le case sono da fighette.

Un giorno vede un uomo bere dall’incavo delle mani ed ha l’illuminazione che possedere una ciotola di legno (la sua unica proprietà) è troppo da ricchi borghesi, per cui la distrugge.

Mentre è in viaggio viene fatto prigioniero da alcuni pirati che lo vendono come schiavo ad un uomo di Corinto, tale Xeniade, che nel decidere cosa farsene gli chiede quali siano le sue qualità.
Diogene risponde “comandare uomini” e deve essere stato parecchio convincente perché diviene per il resto della vita il tutore personale dei figli di Xeniade.
Incontra Alessandro Il Grande -non proprio l’ultimo degli stronzi- che lo trova disteso al sole circondato da un capannello di persone.
Incuriosito, il grande re si avvicina con tutti i popolani che si fanno da parte con deferenza e gli chiede se avesse bisogno di qualcosa, Diogene gli risponde sostanzialmente: “SCOSTATI CHE MI FAI OMBRA!”

“Te devi levà!”


Alessandro la prende abbastanza bene da non condannarlo a morte ma per deriderlo comincia a chiamarlo ‘il cane’ e gli invia un vassoio di ossa per premiarlo.
Diogene lo accetta di buon grado, si fa un brodo e gli rimanda a dire “Forse le ossa sono un cibo degno di un cane, ma non sono senz’altro un regalo degno di un re!”.

Era per lui molto comune ANDARE A DEFECARE ALL’INTERNO DEL TEATRO PUBBLICO, mi immagino che bello quando arrivavano gli attori per le prove e lui era lì sul palco e gli urlava “Occupato!” mentre produceva enormi stronzi da lasciare ai posteri.

Era solito scoparsi parecchie donzelle in pubblico, praticamente come una moderna rockstar -o un Berlusconi qualsiasi-.

Durante gli scontri di oratoria con i filosofi di altre scuole (robe che a confronto i dissing del mondo del rap di oggi sono insulsa robetta per fighette) era famoso per ridurre al silenzio gli interlocutori con un misto di ragionamenti forbiti ed insulti colorati.

Muore a 89 anni, dimostrandoci che vivere in una botte e andare di corpo tutte le mattine sul palco di un teatro sono cose che ti mantengono in salute.
Più o meno nello stesso periodo ci lascia anche Alessandro Magno, che ordina in una delle sue ultime volontà di erigere varie statue per commemorare l’incontro con il filosofo.

“Anche da morto me fai ombra, porcozzio!”

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

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