Ann Elizabeth Hodges

Pensate mai a quanto siamo minuscoli su scala cosmica?
Valiamo meno una cacchetta di un afide solo in relazione al nostro pianeta e corrisposti all’universo siamo una buffa concentrazione di atomi senzienti legati casualmente per la durata d’un battito d’ali di un colibrì sotto anfetamine. Eppure nel nostro piccolo crediamo di essere il centro di tutto…per molti versi, parlando filosoficamente almeno, lo siamo davvero.
Spenta quella scintilla che ci ostiniamo a chiamare coscienza, signori miei, spento tutto.

Pensate mai alla sfortuna?
Lavoro, soldi, amore, gioco, vita e morte, per quanto detto sopra se crediamo di essere il centro di ogni cosa è un attimo pensare a ciò che va storto come il ripiegarsi su sé stesso dell’ambiente circostante. Parafrasando una canzone degli Articolo 31 -e sentendomi molto anziano nel farlo perchè evoco un arco temporale precedente agli spacciatori di J-Ax che gli bussano vigorosamente alla porta chiedendo i pagamenti arretrati e costringendolo a reinventarsi come il supergiovane attuale-:

“C’è chi studia per l’esame all’università
Chi si sposerà
Chi ha il cuore spaccato a metà
Chi della terra è stufo e in cielo cerca gli ufo
Chi al giorno c’ha il rifiuto e vive orari da gufo”.

O in altre parole ognuno c’ha dei cazzi da cacare!”.
Tutti.
Se qualcuno vi dice di no sapete entrambi che sta mentendo.
In varia misura ogni essere umano che ha calcato, calca o calcherà questo pianeta ha (o ha avuto o avrà) qualcosa che gli ha fatto rivolgerere i pugni chiusi al cielo urlando:

“Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. Puh! Puh! E con il peperoncino e un po’ d’insaléta mi protegge la Madonna dell‘Incoronéta; con l’olio, il sale, e l’aceto mi protegge la Madonna dello Sterpeto; corrrrrno di bue, latte screméto, proteggi questa pèrsona dall’innominéto.”

Ok, d’accordo magari non sono proprio queste le esatte parole, ma ci siamo capiti.

Alla luce della storia che sto per raccontare dovreste però pensare di riconsiderare le vostre sfortune, perché la scala di sfiga in questo caso raggiunge tutto un nuovo livello.

17 luglio 1948, San Jose, California: Carl Alvar Wirtaten sta passando una serata come tante altre della sua vita col naso al’insù a scrutare le stelle. Non lo fa per diletto (non solo almeno), è un astronomo dello staff dell’osservatorio Lick con all’attivo l’identificazione di un asteroide, il ‘1600 Vyssotsky’, sito in quel gran grumo di rocce e pulviscolo spaziale che forma la ‘Fascia Principale’ nella zona localizzata fra Marte e Giove.

Carl Alvar Wirtaten ed il suo strumento di lavoro principale.

Da giorni l’astronomo sta tenendo traccia di un nuovo corpo celeste, che battezza dopo soverchio lavoro ‘1685 Toro’, ben più interessante della sua scoperta precedente anche solo perchè appartiene alla famiglia degli asteroidi ‘Apollo’, caratterizzata da oggetti POTENZIALMENTE pericolosi per la Terra considerando la loro orbita ravvicinata e la possibilità di un impatto catastrofico.
Prima che vi facciate prendere dal panico spendendo i vostri sudati risparmi in droga, vini pregiati e puttane d’alto bordo -il mio piano standard per la fine del mondo- sappiate che il numero di questi NEO (Near Earth Object) si aggira intorno a qualche migliaio.
Rallegratevi dunque, le possibilità che l’umanità venga spazzata via da un giorno con l’altro è la stessa di ogni momento della vostra vita.

1685 Toro ha una vita comune a quella di molti asteroidi, se ne sta lì inerte pressapoco da 4,6 MILIARDI di anni (datazione della formazione del sistema solare a partire dalla contrazione di una nebulosa di gas interstellari) sfuggendo a tutti i vari tentativi dei corpi celesti più grandi di attrarlo per legarsi indissolubilmente a lui.
1685 Toro vuole l’indipendenza necessaria per starsene tranquillo a girare intorno al Sole per i fatti suoi.
1685 Toro è sostanzialmente un trentenne alle prese con i terrificanti discorsi sul matrimonio.
A confutare ulteriormente questa mia analogia vi è anche il fatto che il nostro asteroide preferito ogni tanto cozza contro altri come lui perdendo pezzi nel procedimento.
ODDIO, FERMA TUTTO!
1685 Toro è un trentenne terrorizzato dai discorsi sul matrimonio che una sera si ubriaca, rimorchia una tipa e la mette incinta dando vita ad un altro come lui.

30 novembre 1954, Sylacauga, città di dodicimila anime in quel dell’Alabama:
Ann Helizabeth Hodges, trentaquattro anni, è appena rincasata dopo le sue faccende di donna sposata dell’Alabama ed ha in testa solo di accendere la radio e buttarsi sul divano per riposare un po’ prima di iniziare a preparare una cena tipicamente americana.

-FRATTANTO, PARECCHI CHILOMETRI PIÙ IN ALTO-

Il frammento staccatosi da 1685 Toro è di ritorno dalla sua orbita intorno al Sole quando viene inesorabilmente attratto da una massa corrispettiva a 5,9726 × 10^24 kg, la Terra per chi non lo avesse giá intuito.
Un asteroide diventa un meteoriDe se la sua massa (compresa fra la 10^-9 e 10^7 kg, in pratica dal granello di sabbia al masso, come stabilisce nel 1961 l’Unione Astronomica Internazionale) entra a contatto con l’atmosfera di un pianeta, procedimento che lo porta ad un surriscaldamento velocissimo e, solitamente, ad una conseguente polverizzazione.
Non solitamente invece avviene che l’ablazione atmosferica non sia sufficiente a distruggere completamente il meteoride che arriva al suolo grossomodo compatto a temperature e velocità elevate.
In questi casi si parla di meteoriTe.
Piccola differenza?
Spiegatelo ai dinosauri.

-L’ho già detto, è inutile che vi prendete male perchè OGNI ANNO il nostro pianeta entra in contatto con circa QUINDICIMILA TONNELLATE di meteoridi. Eppure siamo ancora qui a lamentarci del fatto che Amazon Prime ha aumentato il prezzo dell’abbonamento o che Facebook si rivende le informazioni su quale sia la nostra carta da culo preferita-

-FRATTANTO, PIÙ IN BASSO-

Il boom sonico generato dal meteoride in avvicinamento sbalza dalla bicicletta un ragazzino di una cittá limitrofa e causa interferenze a tutte le televisioni della contea di Talladega, gli abitanti per strada alzano gli occhi al cielo e testimoniano violenti scoppi in cielo.
Siamo nel pieno della Guerra Fredda, deve essere stato fantastico.

-FRATTANTO, POCO PIÙ IN ALTO-

18:46, il meteoride di una decina di chili si spacca in tre frammenti distinti che piovono un po’ a cazzo di cane dove capita:

1- il primo frammento, mai recuperato, casca in una zona disabitata di Childersburg, non facendo praticamente nessun danno.

2- il ‘frammento McKinney’ piove nel campo di un contadino di colore della zona, tale Julius McKinney, che lo rinviene il giorno successivo incastonato fra le sue zucche e corre a rivenderlo ad un avvocato di Indianapolis che lo acquista per conto dello Smithsonian Institution (che gestisce il più grande complesso di musei al mondo) per una cifra mai resa nota ma che consente al contadino di cambiare casa, macchina ed acquistate dei nuovi terreni.

3- il terzo frammento, quello che ci interessa, ha una storia più particolare.
Abbiamo lasciato Ann a sonnecchiare sul divano con la musica in sottofondo.
D’improvviso l’inferno.
Un boato terribile squarcia il tetto della casa, qualcosa lo attraversa come burro, rimbalza sulla radio e colpisce la donna al fianco sinistro che non avendo idea di che cosa stia succedendo inizia ad urlare disperata.
Il ‘frammento Hodges’ ha fatto 233.640.595 CHILOMETRI E VAGATO NELLO SPAZIO PER 4,6 MILIARDI DI ANNI PER FINIRE INCASTRATO IN UN DIVANO DELL’ALABAMA!
Oh, ma la storia non è mica finita…

“È entrato da lì, signor agente, come…come…COME UNA CATAPULTA!”

Elizabeth sopravvive con niente più che un brutto livido sul fianco sinistro (un altro motivo per cui ringraziare la presenza d’atmosfera sulla Terra) ma le rimarrà addosso un terribile stato di shock che non se ne andrà mai per tutta la vita.
Gli ufficiali di polizia, accorsi dopo l’incidente, sequestrano il meteorite ma il marito di Ann, Eugene, riesce a farselo restituire dopo una lunga battaglia legale che prosciuga tutti i risparmi della coppia -suppongo perché in odore della vendita di McKinney-.
I due non fanno in tempo nemmeno a pensare di contattare un compratore che la loro proprietaria di casa, Birdie Guy, li trascina in tribunale per entrare in possesso del bolide spaziale con l’idea di rivenderlo con la scusa di usare il ricavato per le riparazioni del tetto.
A Birdie va maluccio però, vince la causa ma lo Smithsonian è già pieno di frammenti di meteoriti e sembra non esserci nessun altro interessato all’affare, tanto che la donna per ricavarci qualcosa lo rivende di nuovo per la cifra di cinquecento dollari ai coniugi Hodges che rimarranno coniugi fino al 1964, anno in cui decidono di separarsi.

“Guarda tesoro! Non riusciamo ad avere dei figli ed ora siamo poveri in canna, ma ABBIAMO UN METEORITE!” “Eugene…sei un cretino, voglio il divorzio.”

Nel 1972, a soli 52 anni, la nostra protagonista muore a causa di uno scompenso cardiaco in una casa di cura di Sylacauga, donerà il ‘suo’ frammento all’Alabama Museum of Natural History, dove è conservato tutt’ora.

Elizabeth è il primo caso ben documentato di una persona colpita dalla caduta di un oggetto extraterrestre, ma non è l’unica:
Manfredo Settala, prete cristiano (in seguito beato) del 1600, riporta in un manoscritto la testimonianza della morte di un frate francescano colpito da un meteorite nel chiostro della chiese milanese di Santa Maria della Pace e nel 1992 in Uganda un piccolo frammento del ‘meteorite di Mbale’ colpisce alla testa un ragazzo che si salva giusto perché un albero frena prima la sua caduta.

Tutte persone colpite da delle rocce che vagano nell’immensità dello spazio perchè si trovano nel momento sbagliato nel posto sbagliatissimo.

Ora ditemi quanto vi sentite sfortunati voi con le vostre sfighe di tutti i giorni, su…

Luca Porrello

Vivo in un bosco. Soffro di insonnia. La combatto scrivendo (e bevendo). E' partito tutto così. Se vi è piaciuto quello che avete letto cercate Personalità Buffe anche su Facebook.

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